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Credo che mai canzone sia stata piu' adatta per esprimere il nostro malcontento.


Buone notizie dal mondo.

Due ricercatori italiani scoprono come saldare le fratture ossee con la plastica.

Pevisti i terremoti e sottovalutato il rischio.



L'angolo delle buone notizie
Liberamente tratte dal sito http://www.buonenotizie.it


Per ridurre le liste d’attesa i primari dell’Asl1 di Imperia regaleranno un’ora di lavoro alla settimana, e tutto gratis.
Accade negli ospedali di Imperia, Bordighera, Sanremo e negli ambulatori pubblici dell’estrema riviera di ponente.
“E’ il nostro contributo in un momento di crisi”, ha detto Franco Gorlero, direttore del dipartimento donna e bambino insieme ai colleghi della Commissione Permanente dei direttori di struttura.
L’adesione è stata compatta: 74 medici, tra primari e direttori, hanno accolto la proposta che proseguirà per i prossimi tre mesi: “Poi faremo un primo bilancio”, dice Claudio De Michelis (pneumologia Imperia).
Un’iniziativa-pilota, certamente unica in Liguria, probabilmente unica in Italia. “Si possono quantificare almeno 1.500 visite in più a disposizione dei pazienti”, spiega Gianluigi Piatti, responsabile della comunicazione dell’Asl. E lo scopo è proprio quello di aumentare la “produzione” di visite ed esami diagnostici per ridurre le liste di attesa. Senza per altro incidere sui bilanci pubblici. (Fonte Repubblica).
Cala l’uso di alcol e droghe nei giovani Buone notizie per i piu’ giovani. Secondo la relazione annuale al Parlamento, infatti, il numero di adolescenti che consuma sostanze stupefacenti e che abusa di alcol e’ in forte diminuzione.
In diminuzione la percentuale dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni che assume cocaina o eroina. La droga piu’ diffusa resta la cannabis: quasi il 13% degli adolescenti puo’ essere considerato un consumatore abituale, avendola assunta negli ultimi trenta giorni.
Calate del 44% le vittime della strada in meno di 10 anni sono stati appena diffusi, in anticipo rispetto all’anno scorso, i dati Istat sulle rilevazioni degli incidenti stradali relativi al 2010 nel nostro Paese. Tutti i dati, ancora una volta in calo rispetto all’anno precedente, fanno scendere del 44% il numero di vittime dal 2001 a oggi, ovvero da quando l’Unione Europea aveva dichiarato di voler dimezzare il numero delle vittime entro il 2010.
Rispetto al 2009 sono infatti diminuiti gli incidenti stradali del 3,9%, il numero di vittime del 5,6% e il numero di feriti del 3,7%. E’ calato anche l’indice di mortalità, ovvero il rapporto tra numero di incidenti e di vittime, che è stato di 1,9 nel 2010 rispetto ai 2 punti nel 2009.
Stesso trend anche per gli altri paesi europei, che hanno visto negli ultimi 9 anni importanti cali del numero di incidenti stradali: Lettonia ed Estonia i più virtuosi con -61%. L’Italia si colloca più o meno a metà classifica, 13esima tra tutti gli stati membri. “Un risultato comunque importante – spiega infatti il presidente dell’Aci Enrico Gelpi – con un risparmio di 14.600 vite e 25 miliardi di euro di costi sociali“, anche se si poteva fare meglio, investendo di più in formazione ed infrastrutture.
Incidenti, per la prima volta sotto i 4000 morti l'anno e' vero, l'obiettivo dell'Unione Europea (proponeva nel 2001 la riduzione del 50% dei morti sulle strade entro il 2010) non è stato raggiunto visto che l'Italia si ferma a -44% ed è 13ma in UE, ma comunque non si può non sottolineare che per la prima volta nella storia della motorizzazione abbiamo avuto meno di 4000 morti l'anno per incidenti stradali.
In Italia infatti nel 2010 ci sono stati 207.000 sinistri (-3,9%, rispetto al 2009), con 3.998 vittime (-5,6%) e 296.000 feriti (-3,7%). "Un risultato comunque importante - spiega infatti il presidente dell'Aci Enrico Gelpi - con un risparmio di 14.600 vite e 25 miliardi di euro di costi sociali, ma occorre investire di più in formazione ed infrastrutture".
Ma le buone notizie, una volta tanto, non finiscono qui: è diminuito anche l'indice di mortalità, (rapporto tra numero morti e numero degli incidenti, moltiplicato 100): 1,9 nel 2010 rispetto al 2,0 del 2009. E se l'Italia ha mancato l'obiettivo UE, ci sono poi paesi che ce l'hanno fatta. Otto per la precisione: Lettonia ed Estonia (-61%), Lituania (-58%), Spagna (-55%), Lussemburgo (-54%), Francia (-51%), Slovenia e Svezia (-50%). Il Portogallo lo ha sfiorato, fermandosi al -49.4%. Oltre all'Italia, hanno ottenuto una riduzione superiore alla media europea, Irlanda (-48%), Germania (-48%), Regno Unito (-46%) e Slovacchia (-44%). Onore al merito, infine, all'Istat: dopo anni di latitanza ora sono riusciti a dare in tempo utile i dati. "Per la prima volta l'Istat, a distanza di pochi mesi dalla chiusura ufficiale della rilevazione sugli incidenti stradali - afferma Enrico Giovannini, presidente dell'Istat - diffonde un'anticipazione delle stime sul numero di incidenti, morti e feriti sulle strade avvenuti nel corso del 2010. Questo è un primo concreto risultato dello sforzo in atto per fornire, anche per questo fenomeno, informazioni di qualità sempre più tempestive a supporto dei decisori pubblici e della collettività. Proprio allo scopo di migliorare le statistiche sull'incidentalità stradale l'Istat ha stipulato lo scorso marzo un Protocollo di intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell'Interno, il Ministero della Difesa, le Regioni e Province autonome, l'Unione delle Province e l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia: grazie a questa rafforzata collaborazione interistituzionale sarà possibile fornire un quadro conoscitivo sempre più aggiornato ed esaustivo."
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Due ricercatori italiani scoprono come saldare le fratture ossee con la plastica.

Polipropilene fumarato. E' questo il "principio attivo" della colla per saldare le ossa che fra qualche tempo ci farà probabilmente dimenticare il vecchio gesso pieno di firme che si accompagnava a ogni frattura.
La creazione è firmata da un team molto italiano, ma con base nell'Università del Teaxs, a Houston, dove si trova uno dei migliori centri di ricerca sulla nano medicina.
Il team guidato dal Professor Mauro Ferrarri, presidente del dipartimento, e dal professor Ennio Tasciotti, ha messo a punto una speciale colla che riesce a far saldare le fratture e rimettere in sesto il ferito nel giro di pochi giorni.
E' stata la Darpa (Defence Advanced Research Project Agency) visita il sito , l'agenzia per la ricerca del Ministero della Difesa americano, a commissionare lo studio, durato due anni. Troppe volte sul campo di battaglia, le infezioni hanno fatto evolvere una semplice frattura in un'amputazione. Serviva dunque qualcosa di più semplice da usare, qualcosa che i medici di campo potessero portare in borsa e usare con facilità all'occorrenza. E il funzionamento della colla è effettivamente molto semplice: basta iniettarla nella frattura e attendere che si solidifichi a una temperatura di 37 gradi, quella del corpo umano. La base di prolipropilene al suo interno contiene delle microsfere di silicone, dalla doppia funzione: rafforzano la presa della colla sull'osso del paziente e man mano che si dissolvono rilasciano proteine utili per una veloce guarigione, antibiotici e antidolorifici. La loro dimensione è stata attentamente calcolata da matematici per fare in modo che la solidificazione non sia troppo veloce. Le cellule, poi, sono a prova di recesso immunitario, cioè sono progettate in modo da non essere attaccate dagli anticorpi del paziente. Ma prima di provare l'effettiva riuscita sull'uomo, bisognerà fare test su altri animali, oltre i ratti e le pecore, sui quali comunque ha funzionato egregiamente.

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Terremoti e previsioni inascoltate

Terremoti: scossa al largo isola Ustica
Non risultano al momento danni a persone o cose
 
 

Terremoti: scossa al largo isola Ustica

(ANSA) - ROMA, 16 GEN - Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 e' stata registrata all'1:13 al largo dell'isola di Ustica, in Sicilia. Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l'epicentro del sisma e' stato individuato molto lontano dalla costa, almeno oltre i 20 km. Non risultano al momento danni a persone o cose.

Il vulcano sottomarino Marsili: rischio di maremoto nel Tirreno - allarme dal CNR
Il vulcano sottomarino Marsili, al largo del Golfo di Policastro, potrebbe provocare un terrificante Tsunami

Niente allarmismi, ma un monitoraggio del Golfo di Policastro, si renderebbe davvero necessario. Non tutti sanno che l' area tra Campania Basilicata e Calabria è cinturata da una serie di vulcani potenzialmente pericolosi: il Palinuro, ma soprattutto il Marsili . Lo studio del C.N.R. ne ha rilevato gli aspetti più pericolosi. Alto 3000 m. il vulcano sottomarino Marsili dista 150 km. a sud del golfo di Napoli e 70 km. dalle isole Eolie. Si sviluppa da 3000 a 505 m. di profondità. Lungo 55 km. e largo 35, ha due milioni di anni, le sue fumarole furono riprese nel 1990 da un video-robot di ricercatori americani.
Non meno pericoloso è il Palinuro, altro vulcano sommerso della cintura Tirrenica. Dista circa a 150 km. dal golfo partenopeo e a 83 dalla costa calabra di Diamante, in direzione nord-est rispetto al Marsili. L'origine risale a meno di due milioni di anni fa.
La pericolosità di questi vulcani è legata al fatto che possono essere definiti una vera e propria cintura di fuoco immersa negli abissi: il Vesuvio, il Marsili, il Valinov, il Palinuro, i vulcani delle Eolie. Il loro risveglio potrebbe essere drammatico per i paesi costieri della Calabria, della Campania e della Basilicata. Di qui, la necessità di "non abbassare minimamente la guardia", senza drammatizzare i toni delle notizie che gradualmente si ricevono, ma sviluppare iniziative sempre più fitte di "Ricerca e di Monitoraggio Avanzato".


Scoperto il più grande vulcano d'Europa, il Marsili, in piena attività, a metà strada tra Salerno e Cefalù
Coste del Tirreno meridionale a rischio maremoto. Uno tsunami, un' immensa onda simile a quelle che periodicamente si abbattono sui Paesi del Pacifico (come Giappone e Indonesia), potrebbe infatti colpire Calabria, Campania e Sicilia.
L'allarme arriva dal progetto Tirreno del Cnr, una serie di ricerche che hanno portato alla scoperta del più grande vulcano d'Europa, il Marsili, un gigante in piena attività che si innalza di 3.000 metri dal fondo del Tirreno meridionale, a metà strada tra Salerno e Cefalù, arrivando fino a -500 metri, lungo 65 chilometri, largo 40 e con un volume di 1.600 metri cubi.
"Sui fianchi del Marsili - ha detto il responsabile del progetto, Michael Marani - si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satelliti, molti dei quali hanno dimensioni comparabili con il cratere dell'isola di Vulcano". Su alcuni dei vulcani sottomarini, ha aggiunto, "sono state identificate le tracce di enormi collassi di materiale dai fianchi e questi collassi potrebbero provocare maremoti estremamente pericolosi per le regioni costiere, in particolare le Eolie, Calabria e Campania". Il Tirreno è il mare più giovane del Mediterraneo, ha poi rilevato lo studioso del Cnr, "e per questo è ancora molto instabile e riuscire a capire e monitorare questi fenomeni è importante, perché, non essendo visibili, possono dar luogo a rischi elevati".
Oltre al Marsili, nel Tirreno (tra Sardegna e Lazio) c'è un altro grande vulcano sottomarino, il Vassilov, che però, essendo più vecchio (6-7 milioni di anni fa contro i 2 del Marsili), è anche più stabile.
Ma dal fondo del mar Tirreno non arrivano soltanto insidie. Infatti, le ricerche del Cnr, ha osservato Marani, "nella porzione sommersa dell'edificio vulcanico di Panarea, a circa 80 metri di profondità, hanno scoperto l'esistenza di depositi di solfuri di piombo, rame e zinco, ossidi ed idrossidi di ferro e manganese, giacimenti che in un futuro prossimo potrebbero anche essere sfruttati economicamente".
Il progetto ha inoltre messo in luce il destino del materiale eroso dalle montagne che circondano il Tirreno, trasportato dai fiumi fino al mare. Sono stati infatti evidenziati sistemi di drenaggio sottomarino attraverso cui i sedimenti vengono trasferiti dalle aree costiere alle porzioni centrali abissali del Tirreno. I più importanti assi di questi sistemi di drenaggio sono il Canyon di Stromboli e la Valle della Sardegna, posti rispettivamente nel versante calabro ed in quello sardo.
Questi canali sottomarini, larghi fino a 4 chilometri e profondi centinaia di metri, solcano i fondali con lunghezza fino a 250 chilometri. I ricercatori del Cnr hanno navigato per 100 giorni nel Tirreno, percorrendo 36.000 chilometri, per portare a termine la prima carta geologica di un mare intero.

C'è un legame fra la scossa sismisca e l'inizio dll'attività vulcanibca ?? 
Sarà la solita previsione che resterà inascoltata ??
Leggete cosa avevano previsto con 13 anni d'anticipo:

 
 

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